Tutto chiede salvezza 2, di Francesco Bruni
Mantiene le promesse della prima stagione e analizza ancora più razionalmente i meccanismi fisiopatologici dei diversi disturbi mentali. Dialoghi mai banali e ottimi attori. Netflix.
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17 Ottobre 2024di Fabio Fulfaro
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I folli aprono nuove strade, poi i saggi le percorrono.. Francesco Bruni riprende le storie dei suoi personaggi e, avvalendosi della consulenza di Daniele Mencarelli, riesce a mantenere le coordinate tematiche e filosofiche alla base del romanzo omonimo che era il punto di partenza della prima stagione. Il regista propone due assunti fondamentali: la linea di demarcazione tra normalità e follia è molto labile e spesso è il caso a spostarla da un lato o dall’altro; la possibilità di superare un tracollo psicologico e di evitare le ricadute è dipendente dal contesto sociale e dalle relazioni familiari e sentimentali.
Sulle note di Volare di Domenico Modugno, Daniele (Federico Cesari che sembra sempre più assomigliare a Elio Germano) si trova finalmente fuori dalla clinica psichiatrica ma si trova travolto dagli eventi della realtà quotidiana: la sua ex compagna Nina (Fotinì Peluso) spinta dalla madre Giorgia (Carolina Crescentini) lo coinvolge in un’aspra battaglia legale per l’affidamento della figlia Maria. Daniele ha cinque settimane di tempo (corrispondenti ai cinque episodi della serie) per dimostrare che può essere ancora un buon padre. Daniele sfida sé stesso diventando praticante/infermiere nell’Ospedale San Francesco che lo ha ospitato precedentemente come paziente. Qui oltre ai vecchi compagni di camera come Alessandro (Alessandro Pacioni) e Madonnina (Vincenzo Nemolato) incontrerà la propria nemesi in due nuovi personaggi: il tormentato Rachid (Samuel Di Napoli) talento del calcio dalla carriera precocemente interrotta e Matilda (Drusilla Foer) ex cantante trans negli anni 80, adesso in piena crisi identitaria.
--------------------------------------------------------------Corso Online AIUTO REGIA, dall’11 novembre-------------------------------------------------------------- La parte più riuscita di questa serie è proprio il rapporto conflittuale che Daniele instaura con Rachid e Matilda: se in un primo momento la cattiveria dei due personaggi sembra esasperata rispetto all’atteggiamento empatico di Daniele, in un secondo scopriamo le tristi vicende che hanno scisso in due le loro anime. Il dialogo tra Matilda e il Dott. Mancino (Filippo Nigro) è una delle scene più riuscite della serie e avvicina lo spettatore a quell’atteggiamento di inclusività e comprensione che dovrebbe sostenere il rapporto con l’altro. A salvare Daniele dalla follia e dalla dipendenza da farmaci non è solo l’amore per Angelica o il rapporto con gli altri degenti e infermieri dell’Ospedale, ma la predisposizione ad un atteggiamento artistico che cerca la bellezza nella poesia, secondo l’insegnamento di Mario (Andrea Visentin), il maestro che si incantava di fronte ad un uccellino sopra un albero e che compare in immagini fantasmatiche nei momenti più intensi della vita di Daniele. Oltre a scendere in profondità scardinando molti pregiudizi sulla malattia mentale (il diritto al sesso, il rispetto della dignità del corpo), Francesco Bruni ci regala anche momenti di leggerezza come nel primo appuntamento allo stadio tra Pino (Ricky Memphis) e Rossana (Bianca Nappi) e nella irresistibile comparsata di Paolo Virzì, stalkerato dalla madre coraggio Giorgia (“ah, queste mamme”), nella scena del provino di Nina. Quest’ultima è davvero un’anima persa, oppressa dai desideri di celebrità di un genitore insensibile e dalla incapacità di adattare i propri sogni al mondo (“Non sono una signora” nella scena della folle notte in discoteca è il commento musicale diegetico appropriato). Tutti gli attori e le attrici della serie, anche quelli compresi in ruoli secondari, sono totalmente in parte e gli stessi dialoghi non sono mai banali e riflettono lucidamente le contraddizioni e i desideri repressi. Si può solo rimproverare qualche lieve eccesso di retorica (il saluto ad Alessandro trasportato in ambulanza, il cerchio di mani attorno al letto del paziente). Da sottolineare per intensità e forza drammatica la prestazione attoriale di Drusilla Foer che è calata anima e corpo nel personaggio e regala una delle prestazioni più convincenti della sua carriera (la scena in bagno davanti allo specchio dovrebbe essere presa ad esempio da molti registi di serie televisive italiane su come l’ellissi possa produrre un effetto devastante nello spettatore).
Tutto chiede salvezza 2 mantiene le promesse della prima stagione e analizza ancora più razionalmente i meccanismi fisiopatologici dei diversi disturbi mentali in relazione ai contesti socioculturali in cui si manifestano. Il disagio psichiatrico può essere l’opportunità di guardare le cose da un punto di vista differente. “La follia è una delle cose più sacre che esistono sulla terra. E’ un percorso di dolore purificatore, una sofferenza come quintessenza della logica. La follia deve esistere per se stessa, perché i folli vogliono che esista. Noi la chiamiamo follia, altri la definiscono malattia”. La frase della poetessa Alda Merini riassume compiutamente il significato della follia: l’unica cosa da fare è restare in ascolto per decifrarla, per interpretarla.
Regia: Francesco Bruni
Interpreti: Federico Cesari, Fotinì Peluso, Andrea Pennacchi, Vincenzo Crea, Ricky Memphis, Carolina Crescentini, Filippo Nigro, Vincenzo Nemolato, Lorenzo Renzi, Alessandro Pacioni, Massimo Bonetti, Lorenza Indovina, Bianca Nappi, Samuel Di Napoli, Drusilla Foer, Andrea Visentin, Valentina Romani
Distribuzione: Netflix
Durata: 5 episodi da 49′ circa l’uno
Origine: Italia, 2024
La valutazione della serie di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
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